Si parla tanto di autostima e sicuramente è un aspetto molto importante nella vita, che costituisce la base di molti sintomi psicologici, primi tra tutti quelli ansiosi.
Autostima significa fondamentalmente fiducia in sé, ovvero fiducia nelle proprie capacità, nel saper fare e nel saper essere, nel cavarsela sia dal punto di vista pratico che emotivo. Chi non ne ha a sufficienza crede di non essere “abbastanza”, aggettivo che precede spesso parole come forte, sicuro, determinato, bravo, bello e magari pure intelligente.
Avere o non avere abbastanza fiducia in sé è un aspetto davvero determinante, perché condiziona le scelte importanti della vita, sia private che professionali. Se credo di non valere molto mi accontenterò più facilmente di un compagno/a poco rispettoso o peggio violento, così come potrei non continuare a studiare perché convinto che le mie abilità non mi permettano di farlo.
Il problema è che non è la Verità, ma solo un’opinione che abbiamo di noi stessi, motivo per cui rischiamo di vivere una vita al di sotto delle nostre capacità reali per una valutazione non lucida, distorta.
Ho conosciute diverse persone piene di sé, che si definivano forti, che poi sono crollate alla minima difficoltà. Ovvero sovrastimano se stessi e scambiano atteggiamenti come la durezza e l’aggressività per forza. E anche questa valutazione errata può condizionare la vita in modo decisivo.
Avere un’idea negativa di sé è soltanto un’opinione che non ci si prende mai la briga di mettere in discussione. E’ possibile non cavarsela proprio in niente? Non suona un filo drastica questo tipo di valutazione?
Ma, come andrebbero le cose se provassimo a cambiare? Se, da ora o da domani, provassimo a vivere la vita che vogliamo e non la vita che “crediamo di meritarci” o di poter gestire? Cosa accadrebbe se cominciassimo a mettere in discussione quell’idea svilente di noi?
La chiave di volta per aumentare l’autostima è proprio questa a parere mio. Riconoscere e mettere in discussione il dogma che ci vuole deboli, non abbastanza. Riconoscere quell’opinione lì richiede attenzione e ascolto di sé.
Metterla in discussione richiede apertura all’ignoto e al cambiamento, voglia di star meglio e coraggio. Coraggio di provare una strada nuova, diversa, dove abbandonare il conforto delle sicurezze, pur se negative e svilenti, e avventurarsi nelle acque sconosciute.
E’ importante comprendere l’effetto di una buona stima di sé sulla nostra vita e cercare di agire in merito. Iniziando quindi a fare scelte non più in base a quell’idea lì di fragilità, che è cresciuta insieme a noi, ma in base a ciò che davvero sentiamo affine a noi. Provare, tentare e, soprattutto, accettare di fallire.
Darsi la possibilità di scoprire che possiamo fare tanto se ci proviamo, da soli o con gli aiuti adatti. Non saremo perfetti, capiremo che non c’è un modo giusto, ma c’è il nostro modo. Il nostro personalissimo modo di fare, dire, essere, amare, sognare, cadere e rialzarci, ridere, sorridere, soffrire. Vivere, in una sola magica parola.
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